Il governo degli Stati Uniti ha ridotto di oltre 600 milioni di dollari il finanziamento del CHIPS Act destinato a Intel, per cui l’azienda riceverà fino a 7,85 miliardi di dollari invece degli 8,5 miliardi inizialmente previsti. La decisione è stata presa dal Dipartimento del Commercio in seguito all’assegnazione di un contratto militare da 3 miliardi di dollari a Intel.
Questa riduzione avviene in un momento delicato per , che ha recentemente registrato la sua più grande perdita trimestrale di sempre e annunciato 15.000 licenziamenti. La situazione ha sollevato preoccupazioni tra alcuni funzionari governativi sulla capacità dell’azienda di realizzare gli obiettivi previsti dal CHIPS Act, una legge chiave dell’amministrazione Biden per rilanciare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti.
Nonostante il taglio, Intel riceverà almeno 1 miliardo di dollari di finanziamenti entro la fine dell’anno. L’azienda ha rivisto i suoi piani di investimento, prevedendo ora di investire 90 miliardi di dollari negli USA entro il 2030, invece dei 100 miliardi inizialmente previsti nei prossimi cinque anni.
Il Dipartimento del Commercio ha confermato che Intel rimane in linea con l’obiettivo di investire l’intero importo di 100 miliardi di dollari in progetti in quattro stati: Arizona (3,94 miliardi), Oregon (1,86 miliardi), Ohio (1,5 miliardi) e New Mexico (500 milioni).
Il CHIPS Act, una delle leggi più importanti dell’amministrazione Biden, punta a stimolare la produzione di chip negli USA e ridurre la dipendenza da produttori stranieri. Intel è il maggior beneficiario di questi fondi.
Con l’avvicinarsi del cambio di amministrazione, il Dipartimento del Commercio sta accelerando la finalizzazione degli accordi con i beneficiari della legge. Nonostante le critiche mosse durante la campagna elettorale, gli analisti prevedono che il CHIPS Act sopravviverà anche sotto la nuova amministrazione.
All’inizio del mese, Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) è stata la prima azienda a veder finalizzati i suoi finanziamenti, ricevendo 6,6 miliardi di dollari per tre stabilimenti in Arizona.
La Segretaria al Commercio Gina Raimondo ha esortato le grandi aziende tecnologiche a collaborare con Intel, l’unica produttrice statunitense di chip logici. Nonostante ciò, sembra che molte aziende avrebbero rifiutato, ritenendo le tecniche di produzione di Intel meno sofisticate rispetto a quelle di TSMC.
Ovviamente, la situazione geopolitica complica ulteriormente il quadro: l’amministrazione Biden considera sempre più rischioso dipendere da Taiwan per la produzione di chip avanzati, dato il costante rischio di un’invasione cinese dell’isola. Le recenti esercitazioni militari cinesi intorno a Taiwan hanno aumentato le tensioni, con il Dipartimento di Stato USA che si è detto “seriamente preoccupato” per queste dimostrazioni di forza. Non ci resta che attendere per scoprire come si evolverà la situazione nel corso dei prossimi mesi.