IA sul lavoro, ecco come prepararsi al cambiamento

L’integrazione dell’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui le aziende operano, richiedendo una trasformazione radicale delle competenze di tutti i dipendenti. Secondo gli esperti, per rimanere competitive le organizzazioni devono rendere ogni singolo dipendente un “dipendente AI”, sviluppando competenze diffuse in tutta l’azienda.

Questa trasformazione sta creando un divario tra le aziende che considerano l’AI solo come una funzionalità aggiuntiva e quelle che la integrano pienamente nelle loro operazioni. Le aziende , principalmente startup e giganti tech, hanno raggiunto livelli di competenza molto elevati, con oltre il 90% dei dipendenti non tecnici esperti nell’utilizzo dell’AI. Al contrario, nelle aziende tradizionali la media è solo del 28%. Per integrare efficacemente l’AI in tutta l’organizzazione, i leader aziendali dovrebbero seguire alcuni passaggi chiave. Tra cui definire una visione delle competenze necessarie, identificando le capacità AI richieste per tutti i dipendenti. Questa visione deve essere dinamica e adattarsi ai progressi tecnologici.

Strutturare i ruoli in base a diversi livelli di competenza AI, dividendo tra gli esperti che costruiscono le piattaforme e gli strumenti AI interni e gli esperti di settore che integrano l’AI nel loro ambito specifico. Un altro aspetto riguarda la valorizzazione dei talenti migliori, che possono innalzare gli standard per tutta l’organizzazione. Bisognerebbe evitare una cultura di “pericolosi dilettanti” che sovrastimano le proprie capacità. Infine, i leader devono dare l’esempio, sviluppando in prima persona e condividendo il proprio percorso di apprendimento.


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Un approccio “a T” allo sviluppo dei dipendenti, che combina una base ampia di competenze durevoli con competenze aggiornabili più specifiche e approfondite, è strategico per una crescita continua. Le aziende devono essere pronte ad aggiornare costantemente le competenze aggiornabili dei dipendenti, altrimenti rischiano di essere superate dai concorrenti. Allo stesso tempo, le competenze durevoli sono fondamentali per sostenere l’innovazione nel lungo periodo. Per rimanere competitive nell’era dell’AI le organizzazioni devono abbracciare la necessità di sviluppare entrambi i tipi di competenze in tutta la forza lavoro. Solo così potranno guidare e sostenere l’innovazione nel tempo.

Oggi, l’AI è diventata un elemento imprescindibile per le aziende di successo. La sua integrazione richiede una trasformazione radicale non solo delle infrastrutture tecnologiche, ma anche delle competenze umane. Un aspetto affascinante di questa trasformazione è come stia sfumando i confini tradizionali tra ruoli tecnici e non tecnici. Figure come i “citizen data scientists”, professionisti non tecnici con competenze avanzate in analisi dei dati e AI, stanno emergendo, ricordando in qualche modo i polimati del Rinascimento, esperti in molteplici discipline.

Guardando al futuro, la sfida per le aziende sarà quella di bilanciare l’adozione dell’AI con considerazioni etiche e di privacy. Questo richiama alla mente i dibattiti filosofici sull’etica della tecnologia che hanno accompagnato ogni grande innovazione, dalla stampa all’energia nucleare. L’integrazione dell’AI nelle aziende non è solo una questione tecnologica, ma un profondo cambiamento culturale e organizzativo. Come in ogni grande rivoluzione della storia umana, il successo dipenderà dalla capacità di adattarsi, apprendere e innovare continuamente.