Alla spinosa controversia sui connettori PCIe danneggiati si aggiunge un nuovo capitolo ora che Asus ha silenziosamente modificato il suo sistema di rilascio rapido delle schede grafiche. Il colosso taiwanese, dopo mesi di polemiche riguardanti il sistema Q-Release Slim, , ha introdotto sul mercato una nuova scheda madre con una revisione non pubblicizzata di questa funzionalità. La modifica è stata individuata da alcuni addetti ai lavori, che hanno notato l’assenza dell’elemento metallico sospettato di causare i danni ai preziosi componenti degli utenti.
La silenziosa revisione del Q-Release Slim
È stato l’account Uniko’s Hardware su X a portare alla luce la modifica nell’, una scheda madre di fascia alta recentemente apparsa in preordine su Newegg al prezzo di 749 dollari. Nonostante Asus non abbia fatto alcuna menzione ufficiale del cambiamento progettuale, le immagini condivise mostrano chiaramente l’eliminazione della componente metallica incriminata all’interno dello slot PCIe.
La modifica arriva dopo mesi di critiche da parte di appassionati che avevano riscontrato danni ai connettori PCIe delle proprie schede grafiche quando utilizzate con motherboard dotate del sistema Q-Release Slim. Particolarmente frustrante per gli utenti era il fatto che questo problema si manifestasse proprio sui modelli più costosi, quelli che tipicamente ospitano GPU di fascia alta dal valore considerevole.
La difesa controversa e le linee guida
Prima di questa revisione silenziosa, Asus aveva tentato di difendersi attribuendo i danni a una normale usura, specificando che i problemi si verificavano tipicamente dopo oltre 60 cicli di rimozione e reinserimento della scheda grafica. Una spiegazione che non ha convinto gli utenti più esigenti, considerando che le schede madri top di gamma sono spesso utilizzate proprio da overclocker e appassionati che modificano frequentemente la configurazione dei loro sistemi.
L’azienda aveva anche pubblicato linee guida ufficiali per la rimozione corretta delle schede grafiche, un gesto interpretato da molti come un tentativo di scaricare la responsabilità sugli utenti. Rassicurazioni erano comunque arrivate sulla copertura in garanzia di eventuali problemi derivanti dai graffi, con l’invito a contattare l’assistenza in caso di necessità.
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thanks to newegg we can see the real mobo that hasnt available on the asus product page.
the q release slim slot got revised particularly on the bracket between peg and x16.
it is still button-less, the metal piece inside the slot…— UNIKO’s Hardware 🌏 (@unikoshardware)
La competizione non perdona: Gigabyte all’attacco
Mentre Asus cercava di gestire la situazione, la concorrenza non ha perso l’occasione per capitalizzare sulla controversia. Gigabyte, attraverso la sua divisione Aorus Japan, ha pubblicamente deriso il rivale, vantando come il proprio sistema di sgancio rapido EZ Latch Plus non provocasse alcun graffio ai pin GPU anche dopo 100 cicli di utilizzo. Per dimostrare la superiorità della propria soluzione, l’azienda ha persino pubblicato un video dimostrativo.
Questa mossa di marketing aggressivo ha ulteriormente aumentato la pressione su Asus, che sembra aver risposto con i fatti piuttosto che con le parole, introducendo silenziosamente la revisione della componente problematica.
Due mercati, due approcci
È interessante notare la differenza di comunicazione tra le diverse divisioni di Asus: mentre la sede nordamericana ha mantenuto un profilo basso dopo le prime dichiarazioni, spiegando come tutto fosse regolare, la filiale cinese aveva confermato pubblicamente di stare lavorando a una revisione della funzionalità. Questa discrepanza nella gestione della comunicazione evidenzia come strategie regionali diverse possano essere adottate dalle multinazionali per affrontare problematiche tecniche globali.
La scelta di non richiamare ufficialmente le schede madri interessate dal problema suggerisce che Asus consideri la questione come non critica per la maggioranza degli utenti. In effetti, chi installa una GPU e la utilizza senza rimuoverla frequentemente non dovrebbe riscontrare danni significativi. Tuttavia, per gli enthusiast che rappresentano una fetta importante degli acquirenti di hardware premium, questa soluzione silenziosa potrebbe non essere sufficiente a riguadagnare la fiducia persa.
L’efficacia della revisione progettuale resta ancora da verificare attraverso gli immancabili test che spunteranno online nei prossimi giorni, ma la rimozione dell’elemento metallico che entrava direttamente in contatto con l’area interessata dai graffi sembra un passo logico nella risoluzione del problema.