Il governo giapponese ha annunciato un piano da 65 miliardi di dollari per rilanciare l’industria dei semiconduttori e dell’intelligenza artificiale del paese entro il 2030. L’obiettivo è riconquistare la leadership globale nel settore dei chip, persa negli ultimi decenni.
Il primo ministro Shigeru Ishiba ha dichiarato che il piano mira ad attrarre oltre 325 miliardi di dollari di investimenti pubblici e privati nei prossimi 10 anni. L’iniziativa fa parte di un più ampio sforzo di “rivitalizzazione” economica del Giappone e sarà finanziata attraverso sussidi, investimenti di istituzioni governative e garanzie sul debito.
Il piano si inserisce, infatti, in una strategia più ampia per rafforzare e diversificare la catena di approvvigionamento dei semiconduttori del Giappone. Il governo punta a triplicare le vendite di chip prodotti internamente, portandole a oltre 97 miliardi di dollari entro il 2030.
Uno dei principali beneficiari dei finanziamenti sarà probabilmente Rapidus, una joint venture statale fondata nel 2022 al centro degli sforzi di rivitalizzazione dei chip del paese. L’azienda, sostenuta da grandi gruppi giapponesi come Toyota e Sony e in collaborazione con IBM, ha già ricevuto oltre 2 miliardi di dollari di supporto governativo.
L’obiettivo ambizioso di Rapidus è produrre in serie chip logici all’avanguardia a 2 nanometri entro il 2027, sfidando i leader globali come TSMC di Taiwan e Samsung della Corea del Sud. Il presidente di Rapidus, Tetsuro Higashi, ha definito l’azienda “l’ultima opportunità” del Giappone per riconquistare una posizione di primo piano nel settore dei semiconduttori a livello mondiale.
Negli anni ’80, il Giappone dominava il mercato globale dei semiconduttori con una quota superiore al 50%; il paese, però, ha perso progressivamente terreno con l’emergere di concorrenti stranieri come TSMC e Samsung. Nonostante abbia perso la leadership nella produzione, il Giappone rimane un leader in alcuni materiali e attrezzature per semiconduttori.
Ovviamente riconquistare il mercato dei chip sarà una sfida ardua per il Giappone, con Rapidus che dovrà trovare una “scorciatoia” nella progettazione e produzione di chip per raggiungere il livello di avanzamento delle aziende leader nel settore dei semiconduttori.
Oltre a cercare di stabilire un produttore di chip dominante in Giappone, i sussidi mirano anche ad attrarre i leader globali che una volta avevano sottratto quote di mercato all’industria giapponese. Con l’aiuto del governo, produttori di chip come TSMC, Samsung Electronics e Intel Corp hanno accettato di investire miliardi di dollari in Giappone.
TSMC ha, infatti, già annunciato piani per costruire un secondo impianto di fabbricazione in Giappone prima del completamento del primo. Secondo Wang di Counterpoint, attrarre tali aziende in Giappone può aiutare il paese a potenziare rapidamente l’integrazione verticale lungo la catena di approvvigionamento e costruire più velocemente il suo ecosistema di semiconduttori.
Il Giappone ha anche firmato accordi di collaborazione con alleati come Stati Uniti, Regno Unito, Taiwan e diversi paesi dell’UE, mirati a promuovere la ricerca e lo sviluppo di semiconduttori di prossima generazione.
Insomma, la sfida per il Giappone sarà trasformare questi ambiziosi piani e ingenti investimenti in risultati concreti, riuscendo a colmare il gap tecnologico con i leader di mercato e riconquistando un ruolo di primo piano nell’industria globale dei semiconduttori.