Il Dipartimento di Giustizia (DoJ) statunitense potrebbe costringere Google a cedere il browser Chrome nell’ambito dell’indagine antitrust in corso. Secondo quanto riportato da Bloomberg, il Dipartimento di Giustizia starebbe valutando di chiedere al giudice Amit Mehta di ordinare a Google la vendita di Chrome come parte delle misure per porre fine al suo monopolio illegale.
La possibile cessione di Chrome rappresenterebbe un duro colpo per Google, che utilizza i dati raccolti dal browser per alimentare il suo redditizio business pubblicitario. Chrome è inoltre un importante punto di accesso ad altri prodotti Google come Search, Gmail e l’IA Gemini.
Con una quota di mercato globale del 66%, Chrome è di gran lunga il browser più utilizzato al mondo. Una sua eventuale vendita potrebbe quindi avere ripercussioni significative sul panorama di Internet.
Oltre a Chrome, il DoJ starebbe valutando altre richieste riguardanti l’intelligenza artificiale, il sistema operativo Android e le licenze sui dati. In particolare, si ipotizza la separazione di Android dal Play Store e da altri prodotti Google.
La società di Mountain View si oppone fermamente a queste prospettive. In una dichiarazione, un portavoce ha affermato che “il DoJ continua a perseguire un’agenda radicale che va ben oltre le questioni legali di questo caso” e che tali misure “danneggerebbero consumatori, sviluppatori e la leadership tecnologica americana”.
Tuttavia, non è chiaro se il DoJ possa ottenere esattamente ciò che vuole, soprattutto riguardo a Chrome. Il mercato dei browser è dominato da pochi grandi attori e l’unico browser indipendente di rilievo, Firefox, dipende finanziariamente proprio da Google.
Una cessione di Chrome potrebbe rivelarsi a dir poco problematica: il browser potrebbe faticare a sopravvivere senza il supporto di un colosso tech come Google. Gli unici potenziali acquirenti sarebbero probabilmente altre grandi aziende come Amazon, il che non risolverebbe il problema del monopolio.
La decisione finale spetterà al giudice Mehta, che dovrà valutare attentamente gli effetti di eventuali misure sul mercato e sui consumatori. La vicenda potrebbe avere importanti ripercussioni sul futuro di Internet e sul ruolo delle big tech.
Con Chrome nel 2008 Google riuscì a creare un browser innovativo, veloce e facile da usare, che in pochi anni conquistò la leadership del mercato. Una curiosità interessante è che il nome “Chrome” fu scelto per enfatizzare la semplicità dell’interfaccia, con meno “chrome” (elementi grafici) visibili rispetto ad altri browser.
Nonostante ciò, proprio il dominio di Chrome solleva questioni importanti sulla privacy degli utenti e sulla concorrenza nel mercato digitale, giacché Google ha accesso a una quantità impressionante di dati attraverso il suo browser.
La possibile cessione di Chrome ricorda per certi versi il caso antitrust contro Microsoft negli anni ’90, che portò alla separazione di Internet Explorer dal sistema operativo Windows. Ovviamente, il contesto tecnologico e di mercato è oggi molto diverso, rendendo l’esito di questa vicenda particolarmente incerto e potenzialmente di grande impatto sul futuro di Internet.