Il Pentagono si prepara al 6G: il wireless del futuro

Il Pentagono sta intensificando gli sforzi per guidare lo sviluppo della tecnologia wireless 6G, puntando a mantenere il vantaggio degli Stati Uniti nella corsa contro la Cina.

L’Ufficio per le Tecnologie Wireless di Futura Generazione del Dipartimento della Difesa ha spostato il focus sulla preparazione per la prossima ondata di innovazione nelle reti, prevista per nel corso del decennio del 2030.

Questo potrebbe essere un enorme beneficio per la prontezza operativa.

Le reti 6G promettono comunicazioni ad alta velocità e basse latenze più affidabili, supportando gli interessi tecnologici del Pentagono in settori come robotica, autonomia, realtà virtuale e rilevamento avanzato.

Secondo Thomas Rondeau, a capo dell’ufficio FutureG del Pentagono, è cruciale non solo promuovere lo sviluppo tecnologico e gli standard industriali, ma anche assicurarsi che politiche e regolamenti siano pronti per un utilizzo sicuro di queste capacità.

La strategia del Dipartimento della Difesa si è evoluta negli ultimi anni, partendo da un investimento concertato nel 5G circa cinque anni fa. Nel 2020, il DOD ha assegnato contratti per 600 milioni di dollari a 15 aziende per sperimentare varie applicazioni 5G in cinque basi militari, spaziando dall’addestramento in realtà aumentata e virtuale ai magazzini intelligenti.

I risultati di questi progetti pilota sono stati variegati. Molti non si sono trasformati in programmi formali all’interno dei servizi militari, in particolare quelli che coinvolgevano tecnologie commerciali di realtà aumentata o virtuale non sufficientemente mature.

Tuttavia, alcuni progetti hanno avuto successo, come quello alla Naval Air Station Whidbey Island per fornire accesso wireless fisso alla base, sostituendo centinaia di chili di cavi con unità radio.

Il DOD ha anche ottenuto risultati positivi dalle sfide 5G lanciate nel 2022 e 2023 per incoraggiare le aziende di telecomunicazioni a passare a reti di accesso radio aperte (O-RAN). Questi sforzi hanno portato a una riduzione del consumo energetico di circa il 30%.

L’ufficio FutureG sta ora concentrando gli sforzi su progetti come CUDU (unità centralizzata, unità distribuita), che mira a implementare un modello software completamente aperto per il 6G. Un’altra iniziativa chiave è il progetto ISAC (Comunicazioni e rilevamento integrati), che esplora l’uso dei segnali wireless per raccogliere informazioni su diversi ambienti.

Tuttavia, la commercializzazione di tecnologie come ISAC solleva preoccupazioni sulla possibilità che nazioni avversarie possano utilizzarle contro gli Stati Uniti. Questa sfida riflette una più ampia preoccupazione del DOD riguardo alle politiche e alle regolamentazioni del 6G, spingendo l’ufficio di Rondeau a garantire che gli USA siano i primi a plasmare le fondamenta di queste reti di prossima generazione.

Rondeau sottolinea: “Stiamo considerando questo come una reale opportunità di crescita drammatica e interesse per nuove tecnologie innovative sia per l’industria commerciale che per le esigenze di difesa. Ma anche lo spazio di minaccia che apre per noi è potenzialmente piuttosto drammatico, quindi dobbiamo essere all’avanguardia su questo.”

La corsa al 6G rappresenta non solo una sfida tecnologica, ma anche geopolitica e strategica, con implicazioni significative per la sicurezza nazionale e la competitività globale degli Stati Uniti nel settore delle telecomunicazioni avanzate.