Un recente studio pubblicato sulla sostiene che una combinazione di riconoscimento facciale e intelligenza artificiale può valutare accuratamente l’orientamento politico di una persona semplicemente osservando il suo volto inespressivo.
La ricerca è stata condotta da un gruppo di studiosi della Graduate School of Business dell’Università di Stanford. Lo studio solleva importanti questioni etiche sull’uso delle tecnologie biometriche e il loro potenziale impatto sulla privacy e le libertà civili. La capacità di dedurre l’orientamento politico dal volto potrebbe essere sfruttata per il microtargeting politico o la sorveglianza di massa.
I ricercatori hanno fatto compilare un questionario politico a 591 partecipanti, per poi scansionare i loro volti con un algoritmo di IA. L’algoritmo è riuscito a determinare l’orientamento politico con un alto grado di accuratezza, anche quando l’identità della persona era “decorrelata da età, genere ed etnia”. La precisione aumentava ulteriormente quando questi fattori venivano considerati.
Secondo lo studio, liberali e conservatori presenterebbero differenze morfologiche facciali. I liberali tenderebbero ad avere visi più piccoli, con labbra e nasi posizionati più in basso e menti più piccole rispetto ai conservatori.
Gli autori giustificano questa correlazione ipotizzando che le aspettative sociali legate all’aspetto fisico possano influenzare lo sviluppo della personalità nel tempo, attraverso un effetto di “profezia che si auto-avvera”.
Lo studio solleva preoccupazioni sull’uso delle tecnologie di sorveglianza biometrica, che potrebbero rivelarsi “più minacciose di quanto si pensasse in precedenza”. In particolare, la capacità dell’IA di dedurre l’orientamento politico potrebbe essere sfruttata per il targeting di messaggi politici online.
Questi risultati evidenziano la necessità di un dibattito pubblico sull’etica dell’uso delle tecnologie di riconoscimento facciale e IA in ambito politico e sociale. È fondamentale stabilire linee guida e regolamentazioni per proteggere la privacy dei cittadini e prevenire potenziali abusi.
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Lo studio, pur essendo stato pubblicato su una rivista accademica autorevole, richiede ulteriori verifiche indipendenti per confermare la validità e la riproducibilità dei risultati. È importante mantenere un approccio critico e considerare le potenziali limitazioni metodologiche della ricerca.
In conclusione, mentre la tecnologia di riconoscimento facciale continua a evolversi rapidamente, è cruciale bilanciare i potenziali benefici con la tutela dei diritti fondamentali e delle libertà democratiche. Il dibattito su questi temi rimarrà centrale negli anni a venire, coinvolgendo legislatori, esperti di etica e la società civile.
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