L’IA ora può clonare la tua personalità in 2 ore, ed è preoccupante

Un nuovo studio condotto da ricercatori di Stanford e Google DeepMind ha dimostrato che è possibile creare un “agente di simulazione” basato sull’intelligenza artificiale in grado di replicare la personalità di un individuo con un’accuratezza dell’85%, utilizzando solo le risposte fornite durante un’intervista di due ore.

Lo studio, che ha coinvolto 1.052 partecipanti, rivela le potenzialità – e i rischi – dell’utilizzo dell’IA per simulare il comportamento umano. Gli agenti di simulazione sono modelli di IA generativa addestrati per riprodurre accuratamente le risposte di una persona in diversi contesti sociali, politici e informativi.

I ricercatori hanno sottoposto i partecipanti a un’intervista approfondita su vari argomenti, dalla loro storia personale alle opinioni su questioni sociali attuali. Le risposte sono state utilizzate per addestrare modelli di IA personalizzati per ogni individuo. Successivamente, sia gli agenti virtuali che i partecipanti umani hanno completato una serie di test di personalità e giochi.

Joon Sung Park, dottorando a Stanford e autore principale dello studio, ha spiegato che l’obiettivo è fornire ai ricercatori in scienze sociali uno strumento per condurre esperimenti senza dover coinvolgere ogni volta migliaia di partecipanti umani. Gli agenti di simulazione potrebbero anche consentire studi che sarebbero eticamente problematici con soggetti reali.

Secondo John Horton, professore associato al MIT, questa tecnologia dimostra come sia possibile “utilizzare esseri umani reali per generare personas che possono poi essere usate in modo programmatico in simulazioni, in modi non possibili con umani veri”.


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Ovviamente, emergono preoccupazioni etiche e di privacy. La possibilità di creare repliche digitali accurate della personalità di un individuo solleva questioni di sicurezza e potenziali abusi. Gli esperti temono che in futuro queste tecnologie possano essere sfruttate per furti d’identità o truffe sofisticate.

Park stesso ha ipotizzato uno scenario in cui “si potrebbero avere tante piccole versioni di sé in giro che prendono effettivamente le decisioni che avresti preso tu”. Una prospettiva che per molti evoca scenari distopici e solleva interrogativi sulla tutela dell’identità personale.

La ricerca evidenzia come sia possibile estrarre la struttura dei valori di una persona da una quantità relativamente limitata di informazioni. Inevitabilmente, ciò solleva interrogativi sulla vulnerabilità dei dati personali e sulla facilità con cui l’IA può replicare aspetti fondamentali della personalità umana.

Mentre la tecnologia promette applicazioni innovative nella ricerca scientifica, sarà fondamentale bilanciare i potenziali benefici con rigorose salvaguardie etiche e di privacy per prevenire possibili abusi di questi potenti strumenti di simulazione della personalità.

Insomma, la tecnologia sta raggiungendo un punto in cui potrebbe diventare difficile distinguere tra un’interazione con un essere umano reale e una con un agente artificiale. D’altra parte, un aspetto affascinante riguarda le potenziali applicazioni di questa tecnologia nel campo della psicologia e delle neuroscienze: gli agenti di simulazione potrebbero fornire nuovi strumenti per studiare il funzionamento della mente umana, permettendo di osservare come diversi tratti di personalità influenzano il comportamento in situazioni specifiche.

In conclusione, mentre gli agenti di simulazione basati sull’IA aprono nuove frontiere nella ricerca e nell’interazione uomo-macchina, sarà fondamentale bilanciare l’innovazione tecnologica con una attenta riflessione etica e sociale sulle sue implicazioni a lungo termine.