Cina e Russia usano l’IA per diffondere fake news elettorali

Un alto funzionario statunitense ha denunciato la diffusione di disinformazione cinese e russa nelle Isole Salomone durante una visita diplomatica nel 2022. Kurt Campbell, responsabile per l’Asia dell’amministrazione Biden, ha riferito al Senato di aver trovato sui media locali notizie false sugli Stati Uniti, amplificate dalla macchina propagandistica cinese.

L’episodio evidenzia gli sforzi sempre più sofisticati della Cina per plasmare la percezione globale attraverso una vasta rete di siti web che si spacciano per organi di informazione legittimi. Secondo gli analisti, Pechino sta investendo miliardi all’anno in questa campagna, sfruttando anche l’intelligenza artificiale.

“La manipolazione dei media è in definitiva una manipolazione dei lettori e del pubblico, ed è dannosa per la democrazia e la società”, ha affermato Van Sant.

Le autorità statunitensi sono allertate sul potenziale impatto di queste operazioni sulle elezioni di novembre e sugli interessi americani. La tattica principale consiste nel diffondere contenuti filo-cinesi attraverso siti che imitano testate giornalistiche affidabili.

Shannon Van Sant, consulente della Committee for Freedom in Hong Kong Foundation, ha individuato decine di siti che fingono di essere organizzazioni giornalistiche. Uno di questi imitava addirittura il design del New York Times per apparire legittimo.

Indagando sui presunti reporter di questi siti, Van Sant non ha trovato alcuna informazione verificabile. I loro nomi non corrispondevano a giornalisti noti in Cina e le foto mostravano segni di essere state generate con l’IA.

L’ambasciata cinese negli Stati Uniti ha respinto fermamente le accuse di utilizzare siti web e social media per diffondere informazioni filo-Pechino e influenzare l’opinione pubblica americana.

Secondo Xiao Qiang, ricercatore dell’Università della California a Berkeley, oltre ai media statali la Cina si affida anche a figure straniere – reali o fittizie – per dare credibilità alle narrative favorevoli al Partito Comunista.

A differenza di Russia e Iran, che hanno mostrato chiare preferenze nella campagna presidenziale USA, Pechino è più cauta e si concentra sulla diffusione di contenuti positivi sulla Cina.

L’azienda di cybersicurezza Logically ha identificato 1.200 siti web che hanno pubblicato storie provenienti da media statali russi o cinesi, spesso con nomi che suonano come testate giornalistiche tradizionali.

Alcuni funzionari statunitensi chiedono di aumentare i fondi per contrastare l’influenza globale cinese. La Camera dei Rappresentanti ha recentemente approvato un disegno di legge che autorizzerebbe 325 milioni di dollari all’anno fino al 2027 per contrastare le campagne di disinformazione di Pechino.

Il rappresentante Gregory Meeks ha dichiarato: “Siamo in una competizione globale per l’influenza con la Cina, e se vuoi vincerla, non puoi farlo con un budget da potenza media”.

La corsa all’influenza globale è legata anche alla competizione per il dominio tecnologico in settori chiave come veicoli elettrici, chip, intelligenza artificiale e calcolo quantistico. Secondo gli esperti, la leadership in queste tecnologie emergenti garantirà un grande vantaggio nel prossimo futuro.